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ESAMI DI I LIVELLO
ESAMI DI II LIVELLO
L'esame, o misurazione, del visus è il cosiddetto esame della vista, o test della acutezza visiva, che viene effettuato chiedendo al paziente di riconoscere alcune lettere stampate su una tabella retroilluminata. Le suddetta tabella, ovvero ottotipo, presenta dieci righe che corrispondono a dieci decimi di vista. La valutazione del visus viene infatti calcolata in decimi e i valori vanno da 1/10 a 10/10. I caratteri rappresentati sulla tabella utilizzata per l'esame del visus vanno diminuendo di dimensione da una riga all'altra, il medico oculista effettua l'esame chiedendo al paziente di riconoscere i caratteri prima con un occhio e poi con l'altro.
Durante l'esame il medico oculista può far provare delle lenti mobili al paziente per identificare la correzione da applicare. Esistono almeno due tipi di esami del visus, quello per lontano che prevede l'utilizzo di un ottotipo posto a quattro metri di distanza dal paziente, e quello per vicino che utilizza una tabella posta a trentatrè centimetri di distanza dal paziente. L'esame del visus per lontano è volto a misurare difetti della vista quali miopia, astigmatismo ed ipermetropia, l'esame del visus per vicino è volto a misurare il difetto visivo della presbiopia.
A COSA SERVE L'AUTOREFRATTOMETRIA?
Si tratta di una valutazione computerizzata oggettiva del difetto visivo. Le strumentazioni di oggi sono sempre più sofisticate e precise ma sarà poi l'esperienza e la professionalità del medico a tradurre una misurazione oggettiva in una prescrizione lenti confortevole ed adatta ad ogni caso particolare.
A COSA SERVE L'AUTOREFRATTOMETRO?
Gli autorefrattometri odierni sono estremamente precisi e permettono una valutazione del grado di miopia, ipermetropia o astigmatismo in modo molto veloce. Inoltre, molto spesso questi strumenti permettono anche una retroilluminazione oculare che sfrutta il riflesso del fondo.
Si tratta della procedura che permette l'esame anatomico dell'occhio.
Attraverso una particolare apparecchiatura detta appunto Biomicroscopio o Lampada a Fessura possiamo esaminare l'occhio ingrandendo le immagini fino a 40 volte ed orientando fasci di luce bianca o colorata secondo varie angolazioni che ci permettono di mettere meglio in evidenza le varie strutture e le possibili malattie dell'occhio.
È possibile esaminare in primis le strutture esterne come le palpebre con le ciglia ed i puntini lacrimali, poi la congiuntiva, la sclera, la cornea, l'iride, la pupilla ed il cristallino.
CHE COS'È LA TOPOGRAFIA CORNEALE?
La topografia corneale è un esame non invasivo tramite il quale è possibile ottenere una mappa della curvatura corneale, mediante uno strumento chiamato topografo corneale.
La topografia corneale viene eseguita con il paziente in posizione seduta, con il mento e la fronte appoggiati su appositi supporti. Il paziente è invitato a guardare una mira luminosa posta al centro di una serie di anelli luminosi concentrici, che vengono proiettati sulla superficie anteriore della cornea. I dati vengono acquisiti in pochi minuti dall'operatore. Questi dati vengono poi elaborati e tradotti in una mappa colorimetrica da un apposito software.
A cosa serve la topografia corneale?
La topografia corneale è un esame fondamentale nella diagnosi e nel follow up del cheratocono, nella chirurgia refrattiva, nel trapianto di cornea e in contattologia, per valutare l'effetto delle lenti a contatto sulla cornea e per la costruzione delle lenti a contatto.
La pupillometria è un esame pre operatorio eseguito per proseguire con le terapie di correzione dei difetti visivi con laser a eccimeri o prima degli interventi alla cataratta.
CHE COS'É L'ESAME DEL CAMPO VISIVO?
L'esame del campo visivo consiste nella misurazione della visione dello spazio che circonda l'occhio. Si utilizzano strumenti computerizzati, che presentano stimoli luminosi standardizzati ed elaborano i risultati:
Perimetro Humphrey con software GPA-2, fra i più avanzati per la diagnosi della progressione del danno. Costituisce l'esame di riferimento nel glaucoma. L'analisi di più esami nel tempo è fondamentale per identificare l'insorgenza e la velocità della progressione della malattia. Disponendo di un numero sufficiente di esami (almeno 5 esami del campo visivo in 3 anni) è possibile proiettare nel futuro il rischio di cecità. L'indice perimetrico più utilizzato è il Difetto Medio (MD). Ancora più utile è l'Indice VFI del programma GPA-2, espresso in percentuale. L'evoluzione del VFI è di grande aiuto per distinguere i soggetti a rischio di cecità, nei quali la terapia va tempestivamente adeguata, da quelli che hanno un deterioramento fisiologico del campo visivo.
Perimetro a Duplicazione di Frequenza (FDT): prima che sia riconoscibile il danno nella perimetria standard si devono perdere almeno il 30% delle fibre del nervo ottico. L'FDT, molto sensibile, può identificare il danno funzionale prima del campo visivo standard.
L'OCT (tomografia ottica a radiazione coerente) è un esame non invasivo che fornisce delle immagini ad elevata risoluzione di scansioni a strati (tomografiche) della cornea, della parte centrale della retina (macula) e della testa del nervo ottico (papilla). L'analisi computerizzata dei tessuti permette di ricostruirne la struttura per piani (a due dimensioni) e per volumi (a tre dimensioni). L'OCT si basa su una tecnica di misurazione ottica chiamata interferometria a bassa coerenza. Il principio di funzionamento dell'interferometria è simile a quello dell'ecografia, sfruttando la riflessione di un fascio laser non nocivo in luogo di onde acustiche.
A COSA SERVE L'ESAME?
L'OCT è indicata nei pazienti nei quali si sospetta una malattia della cornea, della retina e del nervo ottico. L'OCT fornisce informazioni sulle alterazioni strutturali della retina, identificandone con precisione la sede. Permette, inoltre, la misurazione automatizzata dello spessore dei tessuti (utile per monitorare l'evoluzione nel tempo delle malattie) e della cornea, analizzandone le alterazioni strutturali e identificando la profondità delle lesioni. La tomografia ottica a radiazione coerente è insostituibile per la diagnosi, il monitoraggio, la decisione clinica riguardo il trattamento di molte malattie della retina importanti, quali:
La gonioscopia è un esame diagnostico utilizzato per identificare l'area dell'angolo compreso tra l'iride e la cornea - strutture coinvolte nella regolazione della pressione interna all'occhio - e viene generalmente effettuato per individuare eventuali patologie dell'iride o la presenza di glaucoma.
L'esame viene effettuato in anestesia locale tramite l'utilizzo di un microscopio, di una lampada a fessura e di un attrezzo chiamato gonioscopio di Goldman, che consiste in una particolare lente all'interno della quale sono presenti delle superfici riflettenti inclinate.
Il gonioscopio di Goldman viene appoggiato sulla superficie cornale -protetta da un gel - per circa 30 secondi e successivamente ruotato per consentire al medico oculista di effettuare un'analisi completa di tutto il perimetro dell'angolo irido-corneale, al fine di verificare che lo spazio necessario al corretto drenaggio dell'umor acqueo sia sufficiente.
Al termine dell'esame vengono instillate delle gocce di collirio per lavare via il gel protettivo. L'esame può indurre un lieve e temporaneo abbassamento della vista: si consiglia, pertanto, la presenza di un accompagnatore.
L'esame è veloce, sicuro e indolore e può essere effettuato da tutti ad eccezione delle donne in gravidanza - sulle quali va eseguito solo se strettamente necessario - e dei soggetti che si sono sottoposti a chirurgia oculistica.
In ogni visita oculistica dell'adulto è indispensabile misurare la pressione intraoculare. La pressione dell'occhio è legata alla circolazione di un liquido che si chiama umor acqueo.
Questo liquido che viene prodotto dall'occhio stesso, se non defluisce come dovrebbe determina un'aumento della pressione intraoculare che può portare ad una malattia molto grave dell'occhio, il Glaucoma. Molto spesso un'aumento di pressione dell'occhio è asintomatico, ecco perché la misurazione della pressione è un atto fondamentale di una visita oculistica.
L'esoftalmometria è un esame dell'occhio che misura l'esoftalmo, ovvero la presenza di gonfiore dell'occhio e la sua prominenza in avanti o il suo spostamento laterale. L'esoftalmo, così come la proptosi, possono indicare la presenza di un tumore o di ipertiroidismo. L'esoftalmo può anche essere conseguenza di un trauma o di un'infiammazione. Inoltre, l'esoftalmo può provocare disallineamento tra gli occhi e indurre una diplopia, o, nel caso di una sporgenza molto forte, impedire alle palpebre di coprire ed umidificare del tutto la cornea dando origine a cheratiti, congiuntiviti ed ulcere.
Con l'esoftalmometria si misura quindi la sporgenza del bulbo oculare rispetto al piano frontale dell'orbita. L'esoftalmometria viene eseguita dal medico oculista tramite uno strumento chiamato esolftalmometro di Hertel. L'esoftalmometro è una sorta di righello con alle estremità due specchi, esso viene poggiato in corrispondenza degli angoli esterni degli occhi. Il medico chiederà dunque al paziente di osservare un oggetto o il proprio dito concentrandosi particolarmente con un occhio mentre egli misura lo spostamento dell'altro occhio tramite uno degli specchi dell'esoftalmometro. L'esoftalmometria è utile in particolare per valutare i risultati di una eventuale terapia effettuata e per la diagnosi e il monitoraggio del morbo di Basedow.
CHE COS'È IL TEST DI SCHIRMER?
Il Test di Schirmer è un semplice test che permette di quantificare la secrezione lacrimale basale, che risulta diminuita in alcune patologie (LES, Artrite reumatoide, S. di Sjogren) o per cause iatrogene legate all'assunzione di farmaci.
Si esegue posizionando due striscioline di carta bibula millimetrate nel fornice congiuntivale e si attende alcuni minuti (5 min.). Al termine si misura la porzione di strisciolina inumidita: sotto un certo valore (10 mm.) si definisce l'occhio come secco, per cui bisogna ricorrere a terapia sostitutiva.
CHE COS'È LA PACHIMETRIA CORNEALE?
La pachimetria corneale è l'esame che consente di misurare lo spessore della cornea, la prima lente naturale che la luce incontra nel suo tragitto all'interno dell'occhio.
Si tratta di un esame non doloroso visto che, nel caso in cui venga utilizzata una sonda a ultrasuoni c'è l'applicazione di un collirio anestetico. L'esame eseguito con pachimetro ottico è invece del tutto non invasivo dal momento che non prevede alcun contatto con la superficie oculare.
A COSA SERVE PACHIMETRIA CORNEALE?
La pachimetria corneale permette di definire l'affidabilità della misurazione della pressione oculare. Viene inoltre utilizzata per valutare alcune patologie della cornea come il cheratocono e l'edema corneale, oltre che per diagnosticare il glaucoma.
Questo esame, che può essere effettuato anche su bambini che siano in grado di assicurare una certa collaborazione, è indicato in particolare per i pazienti noti o a rischio di glaucoma, per quelli affetti da patologie corneali e per coloro che devono sottoporsi a un intervento di chirurgia corneale come trapianto di cornea, cross-linking o a un intervento di chirurgia refrattiva.
Le tavole di Ishihara consentono di valutare la presenza di alterazioni visive, per quanto riguarda la percezione dei colori.
Il test è composto da una sequenza di tavole pseudo-isocromatiche, nelle quali una matrice di punti di grandezza variabile, definisce un numero o un simbolo (stella, cerchio o triangolo), facilmente riconoscibile alle persone con una normale percezione cromatica.
Al contrario, i pazienti daltonici o con deficit acquisiti della visione dei colori non riescono a vedere alcune o tutte le figure nascoste all'interno della tavola.
Il test di Ishihara viene utilizzato comunemente per la diagnosi del daltonismo e per definire l'entità dei difetti della sensibilità cromatica.
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